AMC CVT 3030 INTEGRATED AMPLIFIER
Ho un carissimo amico, di cui parlo spesso in queste pagine, si chiama Francesco, è di Milano ma trapiantato, per motivi di lavoro, nella bella Monaco di Baviera. Oltre che grande intenditore di musica, esperto quasi di tutto, è soprattutto un tecnico di primo ordine, ha scritto libri pubblicati da Hoepli ed ogni tanto, proprio nella veste di esperto tecnico, si imbatte in apparecchi che lo stupiscono più di altri, per le soluzioni circuitali e le raffinatezze costruttive. E' questa la volta di un integrato poco diffuso ma che certamente dopo questa disamina, diventerà molto interessante per chi cerca qualità e sostanza senza delapidare fortune familiari.
Passo la parola dunque a Francesco che ci racconta la sua esperienza con questo integrato AMC vista dagli occhi di chi lo guarda da dentro:
AMC CVT 3030
AMPLIFICATORE INTEGRATO IBRIDO CON FINALE A VALVOLE EL 34
Recentemente sono entrato in possesso di un esemplare, mal funzionante ma ancora in ottimo stato di conservazione dell´interessante marchio AMC.
La fabbrica di Taiwan, di proprietà di un tale Amcli Lin, nel corso della storia ha prodotto come OEM per famosi marchi (tipo Luxman, ADS, Braun) che hanno rivoluzionato il mercato per elevati contenuti progettuali, ottima industrializzazione, prezzi realmente market oriented, pensati per offrire al mercato qualcosa di unico con un posizionamento di marketing “mid-budget”.
Tra questi citiamo inoltre NAD, Proton, Acoustic Resarch, frutto dell’ingegno di Peter Bath e Malcom Blockley.
L'apparecchio in oggetto è la versione nera, non Silver.
- Potenza dichiarata: 30 watt per canale sia su 4 che 8 Ohm.
- Sezione Finale: 4 valvole EL 34 (in origine addirittura Siemens)
- Stadi Pre a Mosfet, tutto polarizzato in Class A.
- 6 ingressi , incluso fono MM ( la versione MK2 anche MC)
- Larghezza standard 43 cm e profondità 28 cm.
- Uscita cuffia
- Controllo toni alti e bassi – disinseribili,
- Regolazione livello separato per i 2 canali
- Prezzo indicativo anno 91, Usd 1.800.
Tutti i 6 ingressi, come visibile nella foto che segue, utilizzano contatti dorati e non hanno avuto necessità di nessun tipo ti manutenzione dovuta a contatti deboli, solide anche le uscite per la coppia di diffusori, che accolgono sia il cavo spellato che naturalmente anche la diffusa "banana".
Gradita la presa “unswitched“, piccola delusione per i patiti della vaschetta IEC, ad oggi assente.
Il layout è esemplare: la parte pre è avvitata sul frontale, le sezioni finali sono assemblate intorno ad un estruso di alluminio che funge da camino per le due preziosissime ventole di raffreddamento per le relative coppie di valvole. La scheda di alimentazione è centrale ed i pesanti trasformatori di uscita e di alimentazione, montati verso il retro, sono opportunamente distanziati dalla sezione preamplificatrice e phono per evitare l'induzione di rumori e vibrazioni.
Ogni cablaggio è gestito da morsettiere che permettono una agevole intervento su ogni scheda circuitale, nulla a che vedere con talune produzioni di nomi altisonanti che utilizzano mazzi di cavi disordinati a livello di radiolina Tivoli Audio.
Il mobile e‘ interamente metallico, ad esclusione dei piedini e delle manopole, nessuna plastica è presente nella costruzione.
La coppia di ventole supporta il moto convettivo aspirando aria dal fondo, opportunamente rialzato da 4 ottimi piedini smorzati da inserto in neoprene.
Una ulteriore raffinatezza è rappresentata dalla alimentazione a -15 Volt in C.C. stabilizzata per mantenere il livello di rumore e di vibrazione delle ventole a livelli inaspettati per tale classe di apparecchio.
Ulteriore raffinatezza è il posizionamento della scheda phono direttamente sul retro, in corrispondenza degli altri ingressi, un cavo a pettine provvede a portare i segnali presso la scheda frontale, a tutto vantaggio di bassi valori di diafonia. Anche in questo caso da lodare i componenti utilizzati per la sezione RIAA, apparentemente banale, ma con resistenze al 2% di tolleranza e 5% per le capacità.
La riparazione si è resa necessaria a causa della assenza dei +/- 15 Volt stabilizzati.
La dissipazione di calore calcolata in origine per i regolatori, non ha retto al passare degli anni, altrettanto dicasi per le numerose saldature fredde.
In tale occasione ho provveduto al necessario Recap dei condensatori, molti hanno sofferto il caldo così come l’aggressione delle colle con le quali venivano assicurati per evitare vibrazioni nei lunghi trasporti da Taiwan.
Le valvole: sono saldate direttamente sullo stampato.
Comprendo che la assenza dello zoccolo farà soffrire i fanatici scambisti ma porta i suoi vantaggi.
Primo tra tutti la assenza di capacità parassite o contatti di alta tensione instabili a causa di una "stanchezza" dei materiali utilizzati in taluni zoccoli economici.
In caso di sostituzione dovuto a mero consumo, la necessità di un laboratorio specializzato sarà comunque necessaria.
La regolazione del Bias e dell´offset, unitamente alle tensioni in gioco, sono operazioni da lasciare ad uno specialista.
Mos-Fet: una ennesima lode al progettista è l´elevato uso dei MosFet, che oltre ad essere presenti negli stadi della sezione PRE, sono persino addetti al pilotaggio delle valvole.
L´architettura circuitale “Source to Current“ con tensioni di alimentazione variabili tra i +/- 40 Volt e +/- 100 Volt , garantiscono un elevato Slew Rate o cosiddetto Swing dinamico.
I più attenti noteranno che anche Audio Research sceglie spesso di utilizzare MOSFET con le valvole.
Preamplificatore: come già anticipato, tutto progettato a MOSFET, gestisce i 6 ingressi in maniera esemplare.
I 2 controlli di tono che regolano a +/- 8 db, cosí come quello del volume sono dei piccoli ma precisi Alps, questi ultimi sono suddivisi meccanicamente per i 2 canali in modo di eliminare la necessità del controllo di Balance (questo mai escludibile dall'apposito controllo Direct ).
Considerazioni generali: sono felice di aver trovato tale oggetto e soprattutto di essere riuscito nella operazione di restauro.
Tempo fa ebbi occasione di riparare un Proton di un mio cliente e notai che quella fabbrica produceva in maniera intelligente, con profusione di ottimi componenti e giusto dimensionamento e, non per ultimo, anche al giusto prezzo.
Nel caso in oggetto i 4 pentodi EL 34 sono sempre fonte di grande interesse, non saranno certo super raffinate ma la storia si fa sentire, non sono asfittiche – anzi - potenti e disponibili senza problemi, con ampia scelta per tutte le tasche.
Penso che lo utilizzerò per pilotare una coppia di Rogers, non sono mai stato negativo nei confronti dei controlli di tono e quello dei bassi, sarà perfetto per animare il basso delle inglesine.
Altro elemento interessante l'ingresso phono e le dimensione civili, nonchè le utili connessioni posteriori.