OTTOBRE 2010

Audiostatic, da oltre 30 anni, sinonimo di diffusori elettrostatici e di riproduzione fedele del suono ai massimi livelli, progettate e costruite in Olanda dall'eclettico Ben Peters, non si discostano di molto dal primo modello uscito alla fine degli anni 70. 

Le Audiostatic necessitano di un percorso, ci si arriva con la maturità, dopo aver sentito di tutto e di più, per me punto di arrivo definitivo, non sento l'esigenza o la smania di cambiarle, hanno una estetica mozzafiato, un suono unico con una ricostruzione della scena in termini di ampiezza, profondità e fuoco che difficilmente un diffusore dinamico può restituire.

Al primo ascolto non impressionano, non emozionano, ma in poco tempo strabiliano e rendono dipendenti. Prediligono i generi musicali come il jazz, la classica o comunque quella musica suonata con strumenti naturali, magari pochi, la voce, il pianoforte, la chitarra, il contrabbasso, certo per i Van Halen o gli AC/DC mi rivolgerei altrove.

Il rovescio della medaglia è la difficoltà di pilotaggio, infatti necessitano di tanta potenza e soprattutto di tanta corrente. Attualmente le piloto con un finale McIntosh MC252, ma ci vorrebbe un MC402, infatti erano meglio gestite dalla coppia pre e finale Adcom il GFP750 ed il GFA5802 da 400+400 watt su 4ohm, progetti Nelson Pass, qualitativamente eccellenti e adattissimi alla gestione di queste "towers", ma McIntosh è un'altra cosa, specialmente il pre C220 al quale ho cambiato le 2 valvole della linea, ha ulteriormente raffinato e scaldato il pur muscoloso finale.

Pesano circa 30 kg. sono alte poco meno di 2 mt. e sono sottili, meno di 8 cm. Poggiano su un plinto dello stesso materiale del diffusore al quale sono fissati 4 piedi regolabili in alluminio con punta e contropunta. 

L'interferenza con l'ambiente è nulla, non è un diffusore che vibra molto, pertanto non trasferisce al pavimento alcunchè, io infatti, avendo il parquet, le ho messe su feltri molto spessi.

Differente è il discorso del posizionamento in ambiente per quello che riguarda le risonanze e rifrazioni sonore, essendo un dipolo, suona davanti tanto quanto suona dietro e bisogna essere molto fortunati con la forma della parte di casa dove si vanno a posizionare.

Che altro dire, è difficile descrivere i suoni e le sensazioni, ma se vi piace la musica, quella vera, dovete fare una prova!!! Non ci sono le parole, per descrivere le sensazioni che restituiscono, in primis la scena, ampia definita, profonda, ma sono cose molto personali, potrebbero anche non piacere affatto.

Il mio ambiente di ascolto è molto regolare, ho un salone 9 x 5 ed i diffusori si trovano nel lato di 5 metri, divisi da una libreria di 2,5 mt. ed hanno a disposizione la stessa cubatura, a destra come a sinistra. Materiali molto assorbenti, tende tappeti, divani e poltrone, completano l'opera e fungono da trappole acustiche.

C'è solo un punto in cui si può sentire la vera magia, ma d'altronde questo è un gioco individuale, anche se l'ambiente si sonorizza piacevolmente per eventuali altri ascoltatori.

Dimenticavo di sottolineare che sono diffusori che necessitano anche della corrente della rete, tanto meglio è gestita questa corrente, tanto meglio i diffusori risponderanno. Come vedete dalle foto, non ho lesinto in cavi di alimentazione (SINE Mod. Coleman) e di potenza (Monster Cable M2.2s).

Per far meglio comprendere le dimensioni, io sono alto 1,86 cm, mi sono fatto una foto alla Ben Peters (patron e progettista di Audiostatic) come appariva nelle prime pubblicità dei modelli ES100/200 e 300.

AGGIORNAMENTO 2012:

Ho deciso di disfarmi, molto a malincuore, delle Audiostatic per l'incapacità' di pilotaggio adeguato del finale Mcintosh MC252.

Ora che ho le Martin Logan Odyssey, ho certamente molta piu' dinamica e bassi da vendere, ma il medio-alto delle Audiostatic e' qualcosa di unico, forse anche superiore a quello delle Magneplanar.

Consiglio a chi le possiede o intende acquistarle di prevedere l'inserimento di un piccolo sub, di qualita' per rinforzare quella gamma bassa che i diffusori elettrostatici come questo fanno fatica a riprodurre per il limite imposto dalla minima vibrazione del pannello.

E' un diffusore che non dimentichero' mai, e' quello che mi ha stimolato a creare questo sito per condividere le mie esperienze con il web ed i suoi visitatori. 

Spero che Ben Peters, magari in un prossimo futuro, progetti un diffusore con questo pannello e magari un sub dedicato o un piccolo woofer per riempire l'unico lato debole che ha questo splendido diffusore.