PS AUDIO ULTRALINK UAD20400 (ULTRA ANALOG CHIPSET)

GENNAIO 2024

Recentemente ho riscoperto la qualità sonica dei "vecchi" (si fa per dire) DAC, complice una bellissima esperienza prima con con il Wadia X32, poi con il tre telai Wadia 2000 ed infine con il Wadia PRO.

Mi ero allontanato da questo suono, sperimentando nuovi apparecchi dotati di chipset di ultima generazione, con risoluzioni superiori ai classici 44.1 x 16bit, come ESS Sabre, AKM, Wolfson, etc, ma dopo aver fatto dei confronti diretti proprio con il Wadia PRO, che ho assunto a riferimento, ho deciso che il suono vintage è molto più piacevole e godibile di quello moderno.

Sarà l'età, saranno le mie orecchie, ma l'ascolto della musica ad alta definizione, passati i primi dieci minuti, comincia a disturbarmi, a darmi quella difficoltà d'ascolto, forse per il troppo (eccessivo) dettaglio che, a mio modesto avviso, toglie qualcosa alla profondità della scena musicale ed al "corpo" stesso della musica, che viene quasi depurata di queste caratteristiche, per offrire una riproduzione, sempre a mio avviso, solo all'apparenza scintillante.

A tal proposito ho scritto un articolo, poi pubblicato su AF Digitale che potete leggere cliccando su questo link.

Nei miei trascorsi di audiofilo ed appassionato, ho avuto tante ed interessanti esperienze con molti dac che oggi definiremo "vintage" ma che ancora possono dare moltissimo, come ad esempio l'EAD DSP9000PRO, il California Audio Labs Alpha, l'Audio Note DAC3, il trittico Audio Alchemy, il meraviglioso Counterpoint DA10, il Proceed PDP-2 ed il Marantz CDA94, il Wadia Digital 2000, solo per citarne alcuni.

Prova che non sono il solo a pensarla così, è il rialzo dei prezzi dell'usato di queta categoria di apparecchi, se seguite come me il mercato, avrete notato che invece di scendere, i convertitori d/a di "prima generazione" hanno incrementato il loro prezzo, a volte anche del doppio, rispetto a qualche anno fa quando la musica liquida e tutto il suo indotto, hanno portato sulla scena dac dalle risoluzioni elevate come i 32 bit per frequenze di campionamento che possono arrivare addirittura a 768 khz!

Così come avvenne alla metà degli anni 80 quando tutti, o quasi tutti, portammo il giradischi in soffitta per far spazio al neonato CD player, così l'avvento dello streaming e della musica HiRes, ha reso praticamente inutilizzabili di un colpo tutti i convertitori D/A sprovvisti di ingresso USB e che si fermavano, al massimo, ai fatidici 48khz.

Oggi, almeno per la mia generazione, percepisco un ritorno alle origini, prima con il giradischi che è tornato ad essere la sorgente regina, poi a seguire, con questi convertitori, inabili a riprodurre un file DSD, ma di contro, capaci di regalare la musica vera, piacevole e fruibile per ore senza quella fatica d'ascolto che invece è propria delle nuove generazioni di dac.

Nel mio lungo e fortunato percorso, ho avuto modo di ascoltare quasi tutti i chip di conversione, i TDA1540 e TDA1541  di Philips, i Burr&Brown, gli Analog Device, i Cirrus Logic, a volte anche abbinati al chip di decodifica HDCD della Pacific Micronics, insomma tutti tranne gli acclamati, quanto rari e costosi, Ultra Analog

Fatta questa premessa, ecco che nelle mie incessanti ricerche su HifiShark, mi compare questo PS Audio, marchio statunitense con un eccellente knowhow nell'ambito del digitale e, approfondendo meglio la sua conoscenza, scopro che a bordo di questo modello, l'Ultralink UA20400 ci sono proprio i chip di conversione Ultra Analog, tanto decantati da utenti ed esperti di tutto il mondo e così, vista anche la spesa contenuta, decido di acquistarlo per togliermi questa indomata curiosità e sete di conoscenza.

Per rendere meglio l'idea, questi rari chip Ultra Analog sono montati a bordo dei convertitori D/A più prestigiosi (e costosi) mai realizzati, primo fra tutti il Mark Levinson Model 30 (e poi nell'aggiornamento 30.5).

Una chicca su questo PS Audio, il filtro digitale 8x-oversampling NPC SM5803 è lo stesso usato a bordo del citato Mark Levinson No.30

Alla fine di questa recensione ho elencato tutti i convertitori D/A dotati del prezioso chip Ultra Analog.

Al momento ho solo sorgenti digitali prive di dac interno, la meccanica TEAC P30 ed il Cocktail Audio X50pro per cui lasciando in parallelo il dac Wadia PRO connetterò le due sorgenti all'uno ed all'altro dac, a loro volta collegati in bilanciato con degli ottimi cavi Kimber Cable Hero XLR al preamplificatore Threshold T2, per poi, da telecomando, alternare i due ingressi bilanciati ed ascoltare le effettive differenze timbriche tra i due convertitori americani.

Purtroppo qualche file con frequenza di campionamento superiore ai 48khz non verrà riprodotto, ma poco male, se serve, ho già connesso il piccolo Topping D10s pronto a venire in soccorso, ma credetemi, ascoltare anche via streaming tipo Tidal o Quobuz la musica liquida tradotta da questa generazione di convertitori, è una vera goduria.

Passiamo ora a descrivere questo bel convertitore dell'epoca d'oro dell'hifi, quella che va dalla metà degli anni 70 alla metà degli anni 90, periodo in cui non si pensava solo al profitto e si creavano capolavori senza tempo con dentro il meglio del meglio della componentistica disponibile, basta guardare all'interno di questo dac, che non era nemmeno un top di gamma e fare un confronto con qualcosa di odierno, di moderno, per capire cosa voglio dire.

Sulla bellezza o bruttezza degli apparecchi si potrebbe disquisire per giorni, ma non voglio entrare nel merito delle scelte estetiche operate da PS Audio per la linea a cui appartiene questo dac, ma certamente non incontra pienamente il mio gusto, non è nero, ma è di un marrone molto scuro, le maniglie sono brunite (orrore!) e molto probabilmente le toglierò e chiuderò i relativi fori con delle brugole nere, i piccoli tasti sono dorati, ma era la moda del periodo, fine anni 80, inizi 90.

Detto questo, passo a descrivere brevemente il frontale, semplice, minimalista con pochi tasti sulla parte sinistra deputati all'accensione, all'inversione della fase ed alla selezione degli ingressi, a destra alcuni led verdi informano sullo stato dell'apparecchio, l'aggancio del segnale digitale, la frequenza di campionamento (32, 44,1, 48 khz) e la deenfasi.

Dietro troviamo le uscite rca e quelle xlr per la parte analogica e due ingressi coassiali rca ed un ottico per gli input digitali oltre ad un coassiale rca in output digitale. Peccato che manchi l'ingresso digitale bilanciato AES/EBU 110ohm, ma è comunque un apparecchio ben equipaggiato che consente ogni sorta di collegamento. In opzione a richiesta veniva offerto, per $ 200,00, l'ingresso ST Glass brevetto At&T, tanto caro agli americani (Wadia, Theta, PS Audio, Parasound docet.)

Dopo alcune ore di prove in parallelo con il mio riferimento, il dac Wadia PRO, posso serenamente affermare che il PS Audio Ultralink  suona molto bene, talmente bene che non riesco ad apprezzare differenze tra i due dac e visto che come detto per me il Wadia PRO rappresenta il riferimento assoluto, anche il PS Audio entra nel mio olimpo dei dac preferiti. Ho cercato di collegarli nello stesso modo, per non connotare il suono con il cablaggio, dai due dac sono partito con due coppie di cavi bilanciati Kimber Cable Hero xlr, verso i due ingressi del preamplificatore Threshold T2 e dalle sorgenti (Teac P30 e Cocktail Audio X50pro) con cavi coassiali molto simili ed un ottico per provare ad apprezzare le eventuali differenze tra le due tipologie di connessione digitale. Molto probabilmente non ho più le orecchie di una volta, ma certamente mi accorgo se qualcosa non va o peggio se non suona perchè, oggi, più di ieri, sono insofferente al cattivo suono, alla fatica d'ascolto e per fortuna non riesco a capire ora quale dei due sta suonando, tanto mi piacciono e mi soddisfano entrambi. 

E' un bel test, perchè il Wadia PRO mi ha fatto vendere un Wadia 2000, che sulla carta era e di fatto è superiore, ha sbaragliato i dac interni ai due streamer Hifi Rose RS150B e Cocktail Audio X45pro ed ha disintegrato i vari Topping e M2Tech ed altri che ho avuto modo di provare. 

Per concludere questa recensione, credo che il super chip Ultra Analog siano il meglio della produzione dei convertitori dell'epoca d'oro ma Wadia, con i suoi chip proprietari non è mai stata da meno, anzi, se dovessi liberarmi di uno di questi due dac, sicuramente rimarrebbe con me il Wadia PRO, ma onore al merito al PS Audio che ha stabilito un nuovo riferimento nel mio sistema.

Una piccola chicca estetica, come anticipato nelle righe che precedono, ho smontato le brutte maniglie brunite e ho chiuso i relativi buchi con quattro belle brugole nere, per altro come sono sul Wadia PRO ed anche sul Cabre DR-220. Lo vedo più moderno ed attuale. Con la scusa di aprirlo, per eseguire questa operazione, ho realizzato le foto dell'interno.

Il precedente proprietario ha eseguito alcuni upgrade, sono stati sostituiti tutti gli operazionali con dei costosi e migliori Analog Devices e, non ne comprendo il motivo, è stata incollata, con lo stesso mastice termico che si usa per i processori dei pc, una aletta di raffreddamento proprio sul "chippone", passatemi il termine, Ultra Analog 20400. Parlando poi con un noto tecnico romano, massimo esperto in ambito digitale, l'aletta di raffreddamento è una idea copiata a Mark Levinson che nei suoi dac top di gamma, 30 e 30.5, sulla coppia di chip ultra analog, ha messo la stessa aletta perchè pare che con il tempo, il fatto che sia tutto scatolato fa si che si raggiungano temperature letali per gli integrati all'interno e questa piccola modifica allungherebbe la vita o allontanerebbe definitivamente la possibilità di guasti dovuti al sovra riscaldamento. Fatto sta che questa macchina suona e suona davvero bene, un sound pieno, caldo ma ricco di dinamica e di armoniche come quelle erogate dal mio amato Wadia PRO, forse una scena leggermente più ampia e delle armoniche più dolci. Due caratteri molto simili con delle piccole peculiarità che le fanno amare e apprezzare distintamente. 

La cosa incredibile che mi ha agevolato non poco nelle prove di ascolto in parallelo, è l'assoluto allineamento dei valori di uscita, per cui commutando dall'uno all'altro dac, non si percepisce nessuna variazione di livello.

Penso che questo PS Audio rimmarà a casa mia insieme al Wadia PRO per sempre, mi rimane solo un rimorso per l'aver dato via un dac sempre di questa epoca, ma con l'uscita a valvole, il California Audio Labs Alpha che aveva la peculiarità di arrivare a 96khz ed avrebbe meno problemi a riprodurre i files provenienti dai provide di musica liquida.

Parte la caccia.....non c'è fine alla passione o alla follia.... ;-)

SPECIFICHE TECNICHE: 

 

PS AUDIO ULTTRALINK UAD20400 Digital to Analog Converter.

 

Inputs: two coaxial on RCA jacks, one Toslink optical

(AT&T ST-type optical available as a $200 option).

Outputs: one digital (coaxial RCA jack), unbalanced analog on RCA jacks, balanced analog on XLR jacks.

Digital filter: NPC SM5803 8x-oversampling 20-bit output.

Analog filtering: three-pole modified Bessel.

Frequency response: 20Hz–20kHz ±0.5dB.

THD: <0.01%, 20Hz–20kHz.

Dimensions: 17" W by 2½" H by 9" D.

 

LISTA DI TUTTI I DAC EQUIPAGGIATI DI CHIP ULTRA ANALOG:

 

AUDIO RESEARCH DAC1-20

AUDIO RESEARCH DAC2

AUDIO SYNTHESIS DA-X

ARAGON D2A2

AUDIO CLASSE DAC-1 (2x)

AUDIO CLASSE CDP-1

COUNTERPOINT DA10E-UA

KINERGETICS RESEARCH KCD-55 Ultra

KRELL KPS 25s

MANLEY A TO D

MANLEY JUNIOR 20 Bit

MANLEY Reference 20 Bit (2x)

MANLEY WAVE (2x)

MARK LEVINSON No. 30 (2x)

MARK LEVINSON No. 30.5 (2x)

METAXAS MASDAC

PARASOUND D/AC-2000 Ultra Analog

PS AUDIO REFERENCE LINK II

PS AUDIO ULTRALINK TWO

AUDIO RESOLUTION Quantum

SONIC FRONTIERS Processor 3 (2x)

SONIC FRONTIERS SFCD-1

SONIC FRONTIERS SFD-1 Mk II

SONIC FRONTIERS SFD-2 Mk II (2x)

SPECTRAL SDR-2000 (2x)

THRESHOLD DAC2 (2x)

ULTRA ANALOG
D20400
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