WADIA DIGITAL 2000 DIGIMASTER DECODING COMPUTER

RITORNO AL FUTURO 

Un omaggio ad uno dei migliori convertitori D/A mai prodotti (se non il migliore), un riferimento assoluto ancora oggi a 35 anni dalla sua uscita.

DAC a tre telai di altissima tecnologia made in USA (1988-1995).

Non avrei potuto dare un altro titolo a questa mia recensione di un pezzo della storia dell'hiend prodotto da uno dei massimi rappresentati dell'era digitale in hifi, Wadia.

"Ritorno al futuro" perchè il sitema Wadia Digital 2000, pur avendo quasi 40 anni, rappresenta il meglio del meglio mai prodotto nel settore dei convertitori D/A.

Basti pensare che questa unità di conversione digitale, uscita sul mercato nel 1989, costava più di una VW Golf GTi e da questo si capisce quanta ricerca e quanto sviluppo sono stati profusi per la realizzazione di un apparecchio che, ancora oggi, fa mangiare la polvere a molti competitors. Quindi dotarsi oggi di questo dac non è un ritorno al passato ma un ritorno ad un futuro che Wadia ha interpretato magistralmente fissando uno standard di eccellenza che nessuno poi ha più eguagliato.

Wadia, sinonimo di riproduzione digitale dalla fine degli anni 80, è un'azienda americana che vanta primati di eccellenza nella produzione di convertitori D/A, di CD player e di meccaniche CD.

In ognuna di queste tre branche dell'hifi, Wadia ha realizzato degli apparecchi che sono stati, sono e saranno sempre, un vero e proprio riferimento. 

Non siamo nel campo del relativo, ma dell'assoluto, prova di ciò che scrivo è questo DAC, il modello W2000 Digimaster Decoding Computer, con cui Wadia nel 1989 stupì il mondo arrivando sul mercato con un 4 telai per oltre 20 kg di elettroniche che all'epoca sembravano provenire da un altro pianeta.

Wadia Digital è stata fondata nel 1988 e da allora, si dedica alla realizzazione di apparecchi per la riproduzione audio digitale ad alte prestazioni.

Wadia è formata da un team di ingegneri che hanno condiviso molti anni di esperienza nella ricerca e sviluppo di telecomunicazioni digitali avanzate.

All'inizio degli anni '80, questi ingegneri furono incuriositi dall'emergente tecnologia dei compact disc. In risposta a questa curiosità, hanno fondato Wadia Digital, un'azienda basata sulla filosofia dell'applicazione di tecnologie avanzate per migliorare le prestazioni dei componenti audio digitali.

Come detto, il primo prodotto di Wadia, il computer di decodifica Wadia Digital 2000, è stato una svolta assoluta nell'audio digitale.

Al contrario di altri costruttori emergenti, non si sono rivolti alla Philips o alla Sony per i chip di decodifica digitale ma hanno sviluppato in house un sistema chiamato Digimaster Decoding Computer che anche qui, al contrario di tutti gli altri, interviene nel dominio del "tempo" piuttosto che in quello della "frequenza".

Gli ingegneri avevano intuito da subito l'importanza dell'allineamento temporale (clock), eliminando così i danni prodotti dal famoso "jitter",  un errore di millisecondi nella trasmissione delle informazioni digitali ai circuiti incaricati della successiva conversione analogica che altera, più di ogni altra cosa, il suono finale.

L'intero processo di riproduzione è reso credibile perché la dimensionalità dello spazio sonoro viene tracciata e recuperata in modo ultra preciso dal supporto CD e questa capacità di trasmettere un'ampia varietà di condizioni del detto spazio sonoro, è ciò che rende da sempre il dac Wadia Digital 2000 eccezionale. Ma c'è di più. Dal momento che le informazioni sul palcoscenico sono recuperate in modo così preciso dalla sorgente, anche le immagini sonore al suo interno vengono elaborate e tradotte sono poi rese in modo reale e fedele.

In alcuni casi la vivida presentazione di queste immagini così rielaborate dal "Digimaster decoding computer", cuore del convertitore e brevetto proprietario di Wadia, è veramente sorprendente, l'immagine sonora che si forma davanti all'ascoltatore da la sensazione di materialità del suono, quasi a chiedere a chi si trova li davanti: "allungati e toccami".   

La mia prima esperienza con questo marchio inizia molto recentemente con il DAC Wadia X.32, un "piccoletto" in grado di sbaragliare, da punto di vista sonico, di piacere di ascolto, anche i nuovissimi chip Sabre di ultima generazione capaci di risoluzioni estreme a 32 bit per 768 khz che ho a bordo del mio streamer Hifi Rose RS150B così come quelli del Cocktail Audio X45pro posseduto in precedenza.

Sbalordito dalle sue prestazioni, di cui potete leggere le mie impressioni nella relativa scheda, ho deciso di passare al modello top di gamma della stessa epoca, il Digital 2000 perchè se tanto mi da tanto penso che rimarrà il mio dac a vita.

Come è arrivato a casa ho fatto il primo upgrade, ho sostituito gli economici piedini in gomma, con dei SuperSpikes della Sound Care (come si vede dalla foto qui sotto), per disaccoppiare al meglio l'unità dal resto del mobile.

Come per l'X32 anche il dac 2000 si ferma al formato nativo del CD 16 bit per 44,1 khz, che, secondo me, è il miglior modo di ascoltare la musica digitale. E' la modalità di conversione della prima ora, negli anni siamo andati avanti, ma, sempre a mio modesto avviso, al crescere del dettaglio e della risoluzione estrema, si è perso il corpo e la profondità della scena musicale.

Infatti nel DAC Wadia 2000 questi parametri sono espressi al meglio e non ho mai ascoltato nulla di più realistico nel dominio del digitale, nemmeno le due meravigliose macchine Esoteric che ho avuto la fortuna di possedere, la D70 e la P70 e un altro campione tra i DAC migliori di ogni tempo, l'EAD DSP 9000 PRO MKIII, sono arrivati a tanto in termini di piacere d'ascolto.

Nel mio percorso di audiofilo, sono partito agli albori dell'era digitale dai primi lettori equipaggiati con il chip TDA1541 di Philips, gran suono anche quello, ma poi, la voglia di sperimentare mi ha portato negli anni successivi fino ad oggi a provare di tutto, Burr&Brown, Analog Devices, Ultra Analog, AKM, Wolfson, fino agli ultimissimi ESS Sabre capaci di risoluzioni talmente elevate per le quali non esiste software. Poi un giorno ho rispolverato il mio CD100 di Philips ed il Sony CDP101, antesignani e apripista dell'era del digitale in hifi.

Ascoltando dopo tanto tempo quei vecchi dispositivi mi sono reso conto, forse per un eccesso di romanticismo, forse per il miei sessant'anni suonati, forse perchè sono un nativo analogico, che la musica mi piace molto di più riprodotta da quei chip e così, non avendo mai avuto esperienze con Wadia, ho deciso dapprima di prendere un DIGIMASTER X32, entry level nel mondo Wadia, si fa per dire, perchè costava quasi 5 milioni di lire nel 1991.

Se leggete la mia recensione cliccando su questo link, capirete come sono rimasto colpito e stregato dal suo suono.

Da qui la decisione di disfarmene in favore di questo top di gamma.

Ma torniamo al Wadia 2000, dando uno sguardo all'interno, si notano due colorazioni diverse dei chip proprietari, quelli rossi sono della prima versione, quelli dorati della seconda. La mia unità è datata 1990 già dotata del circuito denominato "sledge hammer".

Da notare il layout circuitale e la pressochè totale assenza di cablaggio. Queste foto ritraggono la sola unità di conversione, al netto della sua sofisticata alimentazione su tre linee, una per la parte analogica del canale destro, una per il sinistro ed una per la parte digitale.

Poi a parte c'è il Digilink 40 (o anche il precedente Digilink 30 con il suo alimentatore esterno dedicato) con alimentazione integrata nello chassis, che è un dispositivo che "esternalizza", passatemi il termine, tutti gli ingressi possibili (coax, optical, BNC, AES/EBU, ST optical sul 40 - tre BNC sul 30), dato che il dac Wadia 2000 ha solo un ingresso in formato ST Optical con cui comunica con il Digilik o, in sua assenza con cd player dotati di uscita ST Glass, come la Teac/Esoteric P30 (mai l'avessi venduta! - per fortuna dopo 5 anni di ricerche ritrovata).

Tutto il mio sistema Wadia 2000 completo di fatto è un tre telai!

Wadia sosteneva che il sistema Digital 2000 è stato concepito e realizzato per funzionare ininterrottamente , 24 ore si 24, sempre alimentato, per 20 anni. Calcolando un uso già intenso di 4 ore al giorno, il sistema, stando a quanto asserito, funzionerebbe per 120 anni! Solo grandi costruttori possono fare queste affermazioni, è il caso anche dell'EAD DSP 9000 pro MKIII che viene garantito a vita - "Lifetime Warranty"!

Come direbbe Alberto Sordi: "Gli americani so forti! ;-)"

Specifications :

Stereo digital processor

Standard SPDIF multiplexed L/R, serial digital datastream

Sampling frequencies 32kHz, 44.1kHz, 48kHz

Input AT&T

Maximum analog output level 5V RMS (balanced), 2.5V RMS (unbalanced).

Analog output impedance 3.5 ohms.

Dimensions (w x d x h) 43.5 x 33.5 x 7.5 cm (Main Unit)

33.5 x 37 x 6 cm (Power Supply)

Weight 13kg 

Miscellaneous :

Matching Wadia WT-2000 CD Transport

Caution Only AT&T input available

XLR Output Yes 

Brochure Wadia
hfe_wadia_digimaster_x-32_64-4_2000_digi
Documento Adobe Acrobat 6.4 MB

Una piccola nota a margine, credo che la mia Wadia 2000, sia l'unica al mondo con il tasto di inversione della fase di 180° di colore rosso.

Ho fatto profonde ricerche per immagini sui vari motori di ricerca, non ne ho trovata nemmeno una con il tasto rosso, solo nero. ;-).

Motivo in più per cui la terrò a vita, qualunque cosa accada, questa sarà per sempre la mia unità di conversione D/A!

NOVEMBRE 2023

 

Se avete letto anche la recensione del Wadia X32, avrete compreso quanto quell'apparecchio mi aveva stupito, tanto da decidere di fare upgrade verso il Wadia 2000 che però, pur essendo il top, mi ha creato un po di problemi logistici con i suoi tre telai e soprattutto con i tanti cavi necessari al suo funzionamento. Così, senza che racconto qui l'antefatto, oggi il meraviglioso dac Wadia 2000 è stato sostituito dal piccolo dac Wadia PRO di cui potete leggere e vedere di tutto cliccando questo LINK.

Ovviamente la sostituzione è stata motivata principalmente dall'esigenza di semplificare, il suono del dac Wadia 2000 è, e rimane unico, un vero riferimento assoluto di ieri di oggi e sicuramente di domani, ma la presenza di tre apparecchi, almeno a me, ha creato un bel po di problemi logistici, unico motivo per cui ho deciso di passare al piccolo Wadia PRO.

Photo Gallery - Wadia Digital 2000

Questa in foto qui sotto è di un mio amico e come potete notare ha il tasto di inversione di fase di colore nero.

VISTA INTERNA DI DUE DAC WADIA DIGITAL 2000 DIGIMASTER

- PRIMA SERIE 1989-1991 (CHIP ROSSI)

- SECONDA SERIE 1992-1995 (CHIP ORO)

WADIA DIGILINK 40 (con alimentazione integrata)

WADIA DIGILINK 30 (con alimentazione esterna)

WADIA DIGITAL 2000 CON ALIMENTAZIONE 201C

LETTERATURA E MANUALE