MARANTZ CD 80 

ELOGIO AD UNO DEI MIGLIORI CD PLAYER MAI COSTRUITI

(A MIO MODESTO AVVISO)

Se dovessi partire per un'isola deserta e mi dicessero: "ti puoi portare poche cose", il Marantz CD80 sarebbe tra queste.

Sono un fan di casa Marantz/Philips per quanto attiene al digitale, non fosse perche' e' stata mamma Philips ad inventare tutto quello che riguarda il compact disc. 

Li ho avuti quasi tutti i player di casa Marantz, dal cd94 prima e seconda versione, il cd80 appunto (ne ho avuti tre), il cd 10, il cd 11, il cd 16, il 17, il cd 72 s.e. ed il 7001 k.i.s. ma sono ancora alla ricerca del cd 7 o del cd 15 che, non avendoli posseduti, sono qualcosa che da sempre desidero provare.

Il mio primo CD80 l'ho acquistato dando in permuta  il mio CD94 mk2.

L'ho fatto molto a malincuore, sapevo che poteva essere un grosso errore, il CD94 ha fatto scuola ed ancora oggi, opportunamente trattato, e' una sorgente digitale di tutto rispetto e, come i Rolex, mantiene ed aumenta il suo valore con il passare degli anni.

Ma la smania di cambiamento e la modernita' del CD80, con il suo ragguardevole peso, (siamo prossimi ai 16 kg.), facevano ben sperare, anche per i dati di targa dichiarati, rapporto s/n 103 db - unita' di conversione Philips, basata sui chip TDA1541-S1 16bit-4xfc - meccanica anch'essa Philips mod. CDM1.

Infatti sin dal primo ascolto notai subito alcune familiarita' con il suo predecessore, forse una gamma bassa un po piu' gonfia, troppo presente, ma poco male per me che adoravo i diffusori elettrostatici o planari, notoriamente carenti in quelle frequenze. 

Il CD80 e' anche un bell'oggetto, apparentemente puo' sembrare un prodotto consumer, ma come detto, a parte il peso, che la dice lunga, il frontale e' in alluminio, verniciato con una specie di vernice opaca, quasi ad aiutare, anche da li, l'influenza negativa delle vibrazioni, le due spallette laterali in ghisa, pesantissime, che, oltre a conferire un look d'effetto, concorrono a stabilizzare al meglio il tutto ed a renderlo inerte ed meno sensibile alle interferenze meccaniche, il coperchio, anch'esso realizzato in alluminio, e' ancorato al resto da a viti in rame cosi' come sono in rame quasi tutte le viti presenti all'interno ed all'esterno del player sono cose che non si trovano in apparecchi destinati al mercato consumer.

In rame e' anche parte del rivestimento interno dove alloggia l'elettronica, alimentata da un generoso trasformatore lamellare coadiuvato da due enormi (per un cd player) condensatori Elna for audio.

All'interno troviamo il meglio del meglio per l'epoca, la meccanica Philips cdm-1 mk2 in pressofusione di alluminio, cosi' come parte del cassetto - bellissima - solidissima - eterna - estremamente performante.

Questa meccanica fara' scuola e sara' adottata per decenni da molti costruttori, tanto che ancora oggi le migliori meccaniche sono Philips e tutte derivano da questa.

Due alimentazioni distinte per la sezione di trasporto e analogica separate da quella digitale. 

Condensatori come detto di livello cosi' come tutto il resto della componentistica, uscita fissa e variabile con volume regolabile sia dal pannello frontale (per la cuffia) che dal telecomando che aziona un bellissimo potenziometro Alps serie blu, motorizzato.

Una miriade di facilities per la gestione delle tracce e dei dischi che possono essere inseriti in un database interno, credo un migliaio di album e poi riconosciuti una volta inseriti per l'ascolto con tanto di testo sul display (sistema FTS - favourite track selection).

Ultima chicca da menzionare, c'e' una parte trasparente del plexiglass, proprio sopra la meccanica, sempre sul pannello frontale, che lascia intravedere all'interno il disco che gira, illuminato da una fioca luce bluastra, spettacolare.

Peccato che questa idea sia stata realizzata unicamente su questo lettore Marantz.

A chi e' cresciuto con il giradischi, piace sempre vedere girare comunque qualcosa!!!!!

Ancora oggi regge bene il prezzo, e' difficile trovarlo al di sotto dei 600,00/700,00 euro, tanto quanto e' difficile da reperire soprattutto perche' chi ce l'ha, se lo tiene stretto.

Nonostante gli anni, regge bene il confronto con i piu' recenti player forse proprio per quella sua anima cosi' analogica, un po imprecisa, generosa sulle basse frequenze, che lo rende piu' simile ad un giradischi piuttosto che ad un freddo calcolatore.

Se vi capita di trovarlo: prendetelo!!!

 

p.s.

ho notato, monitorando il mercato, che sono saliti di richiesta, si avvicinano anche ai 1000,00 euro e per me, se l'apparecchio sta bene, li vale tutti. 

Un discorso a parte, troppo lungo per inserirlo in questa recensione, meriterebbe l'unita' di conversione a bordo di questo lettore.

Si tratta dei celeberrimi, mai superati (da un punto di vista della musicalita') chip di conversione della Philips i TDA1541-s1-Single Crown selezionati.

Si tratta della versione migliorata dei primi integrati di conversione utilizzati nei primissimi cd player Philips all'inizio degli anni 80. Da allora la ricerca e lo sviluppo nel campo dei chip di conversione d/a ha fatto grandi passi in avanti sulla definizione, ma secondo me, perdendo qualcosa in naturalezza, ho avuto modo di provare i vari Burr&Brown, Akm, Sabre, Wolfson, etc. ma alla fine, dopo quasi trenta anni sono felicemente tornato da dove ho iniziato.

Al momento utilizzo l'uscita fissa del CD80 sull'ingresso cd del mio pre e l'uscita ottica verso il dac EAD DSP 9000pro (con i Burr&Brown selezione k) all'ingresso aux.

Alternando i due ingressi impercettibili sono le differenze, a riprova del fatto che il progetto del CD80, che nel 1990 costava circa un milione e seicentomila delle vecchie lire, tiene il confronto con un dac di pari epoca ma che aveva un costo prossimo ai 20 milioni di lire.

Alcuni apparecchi sono magici per nascita e credo che il CD80 possa essere annoverato tra questi.

All'esemplare in mio possesso, ho fatto togliere il cavo fisso di origine per inserire una vaschetta iec per cavo staccabile, di tipo filtrato, visibile nelle foto a ridosso del pannello posteriore.

L'utilizzo di un buon cavo di alimentazione e' un upgrade che il digitale gradisce molto.

Oltre questo ho sostituito i pur ben fatti piedini, con quattro Superspikes di Soundcare, disaccoppiare dall'ambiente la sorgente digitale fa guadagnare maggior fuoco ed una scena piu' dettagliata e definita. in questo caso asciuga anche un po il generoso basso, criticato da molti in quanto un po abbondante.

Dal telecomando si accede a molte funzioni che non sono possibili dal pannello frontale, tra queste, ad evidenziare l'anima molto "audiophile" del progetto, c'e' la possibilita' di attenuare a vari step il grado di illuminazione del display, fino a spegnerlo.

Come gia' detto, ha due uscite analogiche rca, una fissa ed una variabile, quest'ultima, gestita appunto da telecomando.

Uscite digitali, ottica e coassiale, anche qui, a rimarcare la destinazione d'uso di questo player a palati raffinati, c'e' l'esclusione delle uscite digitali con apposito interruttore. 

Sempre sul pannello posteriore troviamo i collegamenti per il sistema link Marantz che consente il controllo di tutta la catena da un unico telecomando. 

Specifications Marantz CD80:

 

Frequency range: 5Hz - 20kHz

Amplitude linearity: max ±0,05dB typical ±0,01dB

Output voltage fixed: 2Vrms ±2dB

Output impedance: 2 ohm

Signal to noise ratio: min.95dB, typical 103dB

Channel separation: min.93dB, typical 100dB

Channel difference: ±0.2dB

Total harmonic distortion: min -90dB, typical -92dB

De-emphasis: 0 or 15/50µs (switched by the subcode on the disc)

 

Variable line out: motorized potentiometer, controlled by remote control

Dimensions (wxdxh): 454x136x363mm

 

Weight: 15kg

Power consumption: 30W

Manuale
Marantz CD80 owners manual.pdf
Documento Adobe Acrobat 5.0 MB
Manuale di servizio
Marantz CD80 service manual.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.2 MB